Nel momento in cui si fa parte di una “comunità”, quale ne sia la natura, l’autarchia spesso appare fuori luogo. Che non vuol dire non far valere le proprie ragioni e non far sentire la propria voce, quanto piuttosto che le decisioni che si assumono devono tener conto dei dettami (regole e procedure) che consentono ala comunità stessa di esistere, a scapito, se necessario, di quelli che, almeno nel breve, possono sembrare interessi e vantaggi individuali. Far parte di una comunità significa accettarne i valori, sapendo chela loro condivisione avrà impatti positivi su chi ha deciso di farne parte.
La decisione del Governo di far passare alcuni emendamenti alla Legge di Bilancio in corso di approvazione va in questa direzione. Al momento 2 sono i provvedimenti “stralciati”: quello sull’obbligatorietà sull’utilizzo del POS da parte degli esercenti a partire da transazioni pari ad € 60 e quello sulle cartelle esattoriali, in cui non rientreranno più le multe ed i tributi locali. Fondamentale è stata la “moral suasion” messa in atto dalla Comunità europea per il tramite di Paolo Gentiloni, Commissario all’Economia. Facendo leva sul Pnrr, in sostanza l’Europa ha fatto presente che quello era uno degli impegni assunti dall’Italia per l’ottenimento degli aiuti previsti dal piano. Troppo grande il rischio, per il nostro Paese, di perdere dei contributi che mai come in questo momento diventano essenziali per il mantenimento di un equilibrio finanziario che appare ogni giorno più precario. La settimana scorsa, come noto, le Banche Centrali hanno nuovamente ritoccato all’insù i tassi. Tutto come previsto, se non fosse che il messaggio che, soprattutto da parte della BCE, è stato dato, è che l’inflazione farà fatica a scendere, costringendo ad interventi oltremodo decisi e ulteriormente restrittivi, che manterranno i tassi a livelli alti più per un tempo più lungo del previsto.La prima reazione dei mercati è stata piuttosto brusca, con cali delle quotazioni di borsa e, soprattutto, innalzamento degli spread: in 2 giorni il divario con il bund tedesco dai nostri BTP è cresciuto di circa 50bp (il maggior rialzo da 2 anni e mezzo a questa parte, quando, nel pieno della pandemia, la Lagarde, in una conferenza stampa maldestra, disse che la “BCE non era lì per controllare gli spread”), portandone il rendimento a circa il 4,27%. Ennesima conferma di quanto “pesi” il macigno del debito pubblico, con gli operatori che sanno bene che ogni aumento degli spread si traduca in un onere ancor più pesante per un Paese la cui economia, tradizionalmente, cresce mediamente meno delle altre anche a causa dei “costi” che è costretto a sostenere per ripagare, appunto, il debito stesso.
La “sistemazione” dei conti non può quindi prescindere dal “rigore”: questo è il messaggio che, ancora una volta, ci arriva dall’Europa, in cui la presenza dei cosidetti “falchi” (i Paesi “rigoristi”, con i testa la Germania, per quanto anche lei sia alle prese con una crisi economica a cui non è abituata e, soprattutto, ad un’inflazione altissima, vero terrore per quel Paese dopo la tragedia della Repubblica di Weimar che, negli anni 20, portò ad avere un’inflazione del 600% e oltre, con il marco che ogni giorno perdeva valore costringendo i cittadini a girare con valigie di contanti per fare la spesa e che portò, di fatto, alla dittatura hitleriana) è sempre molto forte. In un contesto simile pensare che l’Europa possa, ancora una volta, “chiudere un occhio”, non è propriamente un’idea corretta; né, dall’altra parte, conviene al nostro governo assumere decisioni che possono “isolare” il nostro Paese in un momento in cui è impensabile fare a meno degli aiuti europei.
La settimana natalizia si apre con gli indici asiatici sotto tono: a Tokyo Nikkei a – 1,05%, mentre a Shanghai il ribasso arriva a sfiorare il 2%, spinto dalle voci su nuove ondate di contagi in molte città.Meglio va a Hong Kong, dove l’Hang Seng limita la perdita allo 0,60%.
Futures al momento positivi di qua e di là dell’oceano, seppur con percentuali modeste.
Petrolio in lieve rialzo, con il WTI che si avvicina ai $ 75 (€ 74,94).
Tonfo invece del gas naturale Usa, che cede oltre il 6%, a $ 6,183.
Oro che si riporta nuovamente oltre i $ 1.800 (1.802,70)ò
Non accennano a placarsi le tensioni sullo spread: questa mattina lo troviamo a 213 bp. Rendimento del BTP a 4,27%.
Treasury al 3,51%.
€/$ a 1.063, senza particolari movimenti.
Debole il bitcoin ($ 16.740, – 0,80%), anche a causa delle voci sulle difficoltà in cui potrebbe trovarsi Binance, dopo che, nelle settimane scorse, era in predicato di un intervento per il salvataggio di Ftx.
Ps: e dunque finalmente Messi. In una delle finali più belle di sempre, l’Argentina ha conquistato per la 3° volta la Coppa del Mondi di calcio. Ma non sarebbe stato così senza quello che molti considerano il miglior calciatore di sempre (e forse senza un miracolo del portiere Martinez a pochi secondi dalla fine del secondo tempo supplementare). I numeri, peraltro, sembrano dargli ragione: giocatore con maggior numero di presenze (26) ai Mondiali, giocatore con maggior numero di minuti giocati ai Mondiali (2.314, superando un “certo” Paolo Maldini), miglior giocatore del torneo, miglior marcatore sudamericano di sempre, terzo calciatore per numero di goal segnati sino ad ora, miglior uomo-assist di sempre, 7 palloni d’oro sin qui conquistati (e ora in odor di 8°).